mercoledì 10 aprile 2013

Susanna Nicchiarelli - La scoperta dell'Alba

Anche oggi mi limito a condividere con voi un evento al quale ho partecipato in prima persona.
A questo giro si tratta di un incontro con Susanna Nicchiarelli con successiva proiezione del film "Alla ricerca dell'alba" e dibattito. Il tutto è successo al DAMS di Roma 3 intorno alle 15:00 del 9 Aprile (oggi se riesco a pubblicare il post per tempo!).

All'incontro erano presenti Susanna Nicchiarelli, Vito Zagarrio, Sofia Scandurra, Fiorenza Scandurra, Jordan River ed Elio Matarazzo.
Ad onor del vero prima della proiezione e del dibattito Jordan River e Sofia e Fiorenza Scandurra hanno presentato un corso per aspiranti filmmaker interessati al 3D, ma di questo spero di riuscire a parlare in un nuovo post, oggi invece vorrei concentrarmi su Susanna Nicchiarelli.

Anzitutto, di chi stiamo parlando?

Susanna Nicchiarelli (Roma, 1975) si laurea in filosofia presso l'università della Sapienza a Roma, successivamente esegue un corso di perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore di Pisa (chissà di cosa si trattava, peccato non averglielo chiesto).
Entra e riesce a diplomarsi al CSC di Roma, seguirà un corso di regia ed uno di sceneggiatura presso la UCLA (University of California, Los Angeles).

Al momento Susanna ha all'attivo due lungometraggi: "Cosmonauta" (2009) ed "Alla scoperta dell'alba" (2013).

Non mi metterò a parlare del suo primo film non avendolo ancora visto, ma dal momento che quello che ho potuto vedere oggi non mi è affatto dispiaciuto non posso dire di non essere incuriosito anche da questo Cosmonauta, che tra l'altro pare aver avuto un buon successo di critica risultando vincitore della sezione controcampo a Venezia.

La scoperta dell'alba



Dopo una delle mie solite introduzioni chilometriche eccoci al film.
Anzitutto diciamo che l'opera è ispirata dal libro omonimo di Walter Veltroni, il plot è di quelli semplici, ma interessanti, soprattutto atipici in un panorama italiano spesso banale e standardizzato, infatti introduce un elemento "fantastico" che dona al film uno spruzzo di "genere" e lo gli dona un'alone di interesse. Non nego che in alcuni casi mi ha un po' ricordato il film "Magnifica Presenza" di Ozpetek, non per la trama, ma per l'elemento "fantastico" che funziona ad uno stesso tempo da nodo cruciale della storia e da cornice ad un percorso interiore del personaggio, qua interpretato da una Margherita Buy sempre adatta a ruoli del genere, un pò drammatici e riflessivi, come del resto lo stesso Ozpetek ci ha mostrato ne "Le fate ignoranti".
Tornando al film, siamo nel 2011 (se non erro), Caterina è una donna il cui padre è scomparso quando era piccola, a seguito di un omicidio da parte di alcuni brigatisti, un giorno tornando nella sua vecchia casa al mare Caterina ha l'impulso di telefonare alla sua vecchia abitazione, risponde una bambina "Mi chiamo Caterina", siamo nel 1981, per qualche motivo quel telefono collega due dimensioni temporali diverse permettendo alla Caterina adulta di parlare con il suo io giovane, potrebbe essere l'occasione per scoprire qualcosa di più su suo padre.

Il film funziona decisamente, come già detto l'espediente del telefono rende l'intera vicenda veramente appassionante. Gli attori, tra cui la stessa regista che interpreta la parte della sorella minore di Caterina da adulta, fanno un buon lavoro, anche se è da notare come a volte alcuni dialoghi siano un pò troppo didascalici, in special modo questo lo si nota in una delle conversazioni chiave del film dove si scopre la vera identità del padre: la soluzione al caso è un pò troppo "buttata", per il resto il film funziona e cattura l'interesse.

Come avremo capito parte della storia è ambientata nel periodo del terrorismo in Italia e delle brigate rosse, la regista evita sempre un giudizio personale su quel periodo storico, lasciandolo a cornice degli eventi, questa però (stavolta parlo al personale) non è riuscita ad accattivarmi.
Non sono riuscito a percepire la paura o l'ansia tipiche di quel periodo, interessante a tal proposito un intervento di un ragazzo del DAMS (che adesso riformulo fornendo la mia interpretazione), noi giovani non abbiamo vissuto quegli anni, non abbiamo ben chiare le vicende che poi così chiare non sono state mai, quindi forse per questo non ci riconosciamo troppo in quel frammento di storia Italiana, forse è per questo che ci ha attirato più la storia del padre che non il contesto storico, questa sensazione è invece stata diversa per i professori o coloro che in aula potevano dire "io c'ero, conosco la storia", per loro forse il film ha avuto anche un effetto nostalgico o comunque è riuscito a muovere determinati cardini che invece hanno lasciato più impassibili spettatori più giovani facendo di questa film un opera a più "strati".

In ultimo da notare è la colonna sonora del film che, oltre alla canzone cult "Video kill the radio stars", vede la partecipazione del gruppo torinese Gatto ciliegia contro il grande freddo, della quale so ben poco e quindi vi rimando al link del sito ufficiale.


Susanna Nicchiarelli alla fine della proiezione, come detto, ha partecipato ad un dibattito dal quale sono venute fuori diversi argomenti che trovo molto interessanti farò, tempo permettendo, un resoconto su di un nuovo post, nel frattempo vi lascio con questo e vi consiglio caldamente di vedere il film che sicuramente ne vale la pena.