lunedì 13 maggio 2013

Fede Alvarez - La Casa



"La Casa", un nome molto importante nella storia del cinema horror e splatter, "La Casa" è prototipo del classico film horror, è il canovaccio su cui cucire tantissime storie,  questa "Casa" (intesa sia come luogo che come film) è la maledizione e benedizione del genere horror.
Cosa voglio dire con queste affermazioni è molto semplice, il film che mi accingo a recensire si intitola
"La Casa" (Evil Dead, Fede Alvarez, USA, 2013), per chi non lo sapesse altro non è che un remake/rivisitazione del classico dell'horror a basso costo "La Casa" (Evil Dead) di Sam Raimi del 1981, questo film a suo tempo è riuscito a far conoscere al grande pubblico il giovanissimo Sam Raimi (aveva 21 anni quando diresse il film) ed a generare due sequel: "La Casa 2" (Evil Dead II: Dead by Dawn, USA, 1987) e "L'armata delle tenebre" (Army of Darkness, USA, 1993) tutti diretti dallo stesso regista. Questa serie, con gli anni diventata un vero fenomeno CULT, ha notevolmente contribuito alla storia del cinema dell'orrore, la storia (fatta eccezione per l'armata delle tenebre che merita un discorso a parte) prevede in sostanza degli amici isolati in una casa da qualche parte in un bosco che, ascoltando una registrazione, risvegliano un demone che li perseguiterà facendogli passare dei brutti momenti.
Questa è una di quelle trame talmente banali da sapere decisamente di già visto, effettivamente è così, i film di Raimi pescano a piene mani dal passato del cinema horror regalandoci però un prodotto ben confezionato, nonostante i budget bassi (che sono andati comunque crescendo di film in film), che diventerà modello di tantissimi film futuri a tal punto da svalutarne la qualità, intaccata proprio dalla mole di film/clone che sono usciti con queste ambientazioni, tutto questo fino all'intelligente presa di coscienza del neoregista Drew Goddard e lo sceneggiatore Joss Whedon che spingono il pubblico ad una riflessione della situazione in cui versa il cinema horror con il loro "Quella Casa nel Bosco" (USA, 2012) la cui essenza è stata compresa da pochi.

Insomma... il cinema horror è pieno di case traboccanti di mostri, fantasmi, demoni e quant'altro, oltre il fatto che l'originale di Raimi è diventato un cult anche per il basso budget, per la creatività del giovanissimo regista e sopratutto per il suo umorismo, per le scene slapstick a metà tra l'horror e la commedia, quindi che bisogno c'era di un remake con un buon budget, tra l'altro finanziato da Raimi stesso in veste di produttore che sembra avere toni molto più cupi e seri? Nessuna, pensavo all'inizio, ma dopo aver visto il film non posso che ricredermi.


(A Sx Fede Alvarez, a Dx Sam Raimi)

Il film di Alvarez si discosta molto dall'originale di Raimi, sopratutto per quanto riguarda la sceneggiatura, quindi anche chi si è già visto la vecchia trilogia può pensare di dargli un'occhiata.
Il tutto inizia subito con una scena spiazzante, una ragazza è legata ad un tronco, una donna sta leggendo un misterioso libro e il padre le versa addosso della benzina per darle fuoco, bruciarla pare essere l'unica soluzione per "salvare la sua anima", la ragazza piangendo cerca in tutti i modi di convincerlo a risparmiarla dicendo tra le lacrime qualcosa come "Papà no ti prego, io ti strapperò l'anima.." una frase del genere detta in quel modo ti spiazza, specie se dopo un secondo alla ragazza si rigirano gli occhi e inizia a insultare il padre con un linguaggio molto più scurrile. Perché questa scena dovrebbe spiazzare? Ecco, a mio avviso perché getta un dubbio sul taglio che il regista vuole dare al film. Diciamocelo: questa scena provoca un'ilarità abbastanza forte, ti viene da pensare che tutta l'opera sarà contornata di quell'umorismo alla Raimi che pervadeva anche le originali pellicole (in particolare la seconda e la terza), ma tutto questo sarà smentito durante il resto della pellicola.



Un gruppo di amici decidono di isolarsi per un pò di tempo in una casa nel bosco per aiutare una ragazza del gruppo, tossicodipendente, a disintossicarsi. A questa "procedura terapeutica" parteciperà anche il fratello della tossica nonché vecchio amico del gruppo, che in passato si era allontanato da tutti andando a lavorare in un altro luogo mentre a casa la sorella accudiva la madre malata di mente.

Anche qua tutto in regola è il canovaccio classico dei film dell'orrore.
Il problema della maggior parte dei film horror è che passano almeno 30/40 minuti di pellicola tranquillamente, mostrandoci un pò i personaggi, il loro background puntando su un'idea di "Guarda come sono felici adesso, guarda, guarda ancora come sono rilassati, tra un pò la loro vita sarà un'inferno", il mio punto di vista è che tutto questo spesso non serve, sopratutto nei film di questo genere. Fortunatamente Alvarez ce li risparmia, infatti nel giro di poco tempo i ragazzi troveranno un malefico libro nel sotterraneo della casa e, una volta letto, libereranno il fatidico demone che inizierà a perseguitarli per... più o meno tutta la durata del film.
Questo a mio avviso è il punto vincente del film, risparmiandoci troppi sproloqui o analisi medico/scientifiche, troppi "pensieri al passato dei personaggi" (badate bene, non sono assenti, ma almeno non sono tediosi), il film ci getta quasi immediatamente contro il pericolo del demone con un ritmo molto sostenuto che non ci mollerà per quasi tutta la durata del film, non ci saranno grandi momenti di calma, susseguiti da momenti di ricerca, susseguiti a momenti di suspense con uno schema che ricorda molto un'onda sinusoidale, il nemico qua è sempre dietro l'angolo! Non c'è il tempo di fare tanti pensieri che subito aggredisce uno ad uno tutti i personaggi, si deve essere cauti perché una volta che il demone riuscirà ad impossessarsi di 5 anime dal cielo inizierà a piovere sangue ed allora sarà la catarsi.

Tutto bello, tutto molto buono fino al finale che, a mio avviso lascia un poco di amaro in bocca, ma neanche tanto. Senza voler dire nulla per non spoilerare agli eventuali lettori (come se qualcuno leggesse questo blog) il finale lascia un pò perplessi, questa catarsi che si preannunciava non era poi così catastrofica evidentemente.


Un ultima nota di riguardo va allo stile registico della pellicola e ai moltissimi, ovvi, riferimenti ai vecchi film. A quanto pare Alvarez ha usato i vecchi film non come una scenografia già scritta da ridirigere, ma come un canovaccio (di nuovo) per ricostruire una storia, con tono più cupo e serio, condendola con molti riferimenti che faranno la gioia anche dei cinefili incalliti. Alcune riprese aeree con la mdp che si muove tra gli alberi simulando gli spostamenti del demone non possono non ricordare lo stile "Raimi", così come l'ennesima apparizione della sua auto preferita, il famoso fucile di Ash, una motosega... vi ricordano nulla?

Insomma in conclusione questo film merita sicuramente la visione, "non è il solito stupido remake americano" [semicit.], e poi questa nuova "Casa" mi ha fatto venire la voglia di scrivere uno speciale su questo luogo icona dell'orrore.. chissà... magari appena avrò un pò di tempo.

Ed infine-fine-fine... considerando che dal 9 al 16 maggio è in voga la FESTA DEL CINEMA ed ogni film, in ogni cinema, ad ogni orario, in tutta italia costa solo 3€... ma cosa aspettiamo ad andarci?

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